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Dal muto al sonoro

Riprende a settembre il programma di classici che il Museo e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino propongono ogni anno, legato agli insegnamenti di cinema. Un percorso a ritroso per approfondire il linguaggio cinematografico nelle diverse fasi e nei diversi tempi. Ingresso a 3 euro per gli studenti universitari. Tutti i film sono introdotti da docenti di Storia del Cinema dell’Università di Torino.

 

 

Dracula_1931Tod Browning
Dracula
(Usa 1931, 75’, HD, b/n, v.o. sott.it.)

Dopo Murnau, questo è il film che ha reso più popolare il conte vampiro della Transilvania, ma che soprattutto ha lanciato il bravissimo Bela Lugosi e ha cambiato per sempre l’iconografia moderna dell’affascinante vampiro. La storia è quella solita: l’avvocato Renfield si reca in Transilvania perché il conte è interessato ad affittare l’abbazia di Carfax. Quando il vampiro arriva a Londra si imbatte nel dottor Seward e nella figlia Mina.

Mer 4, h. 18.00 – Introduzione a cura di Giaime Alonge

 

 

 

 

MFritz Lang
M – Il mostro di Düsseldorf
(Germania 1931, 110’, HD, b/n, v.o. sott. it.)

Un ignoto assassino (con il volto indimenticabile di Peter Lorre) violenta e uccide numerose bambine senza lasciare alcuna traccia. Nella città viene allora organizzata una fitta rete di ricerche a cui partecipano anche i mendicanti e i criminali. Così si scopre il primo indizio: l’assassino quando avvicina le vittime fischietta un macabro motivo. Tratto dal Peer Gynt di Grieg. Lang fonde le tecniche del cinema muto con la stupefacente modernità di un sonoro capace di raggelare.

Mer 11, h. 18.00 – Introduzione a cura di Paola Valentini

 

 

 

 

caligariRobert Wiene
Il gabinetto del dottor Caligari
(Germania 1920, 75’, DCP, b/n, did. or. sott. it.)

Il dottor Caligari mostra al pubblico un sonnambulo capace di predire il futuro. Un uomo viene avvertito della sua imminente morte e puntualmente pugnalato. Dopo successivi crimini si scopre che Caligari è il direttore di un manicomio, dove ci troviamo e dove vivono anche tutti i personaggi della storia. Un film di grande impatto visivo grazie alle linee aguzze delle scenografie e alle luci che contribuiscono a deformare i corpi e a creare un’atmosfera da allucinazione.

Mer 18, h. 18.00 – Introduzione a cura di Giovanna Maina

 

 

 

 

VertigoAlfred Hitchcock
La donna che visse due volte (Vertigo)
(Usa 1958, 128’, HD, col., v.o. sott. it.)

Capolavoro tra i capolavori hitchockiani degli anni Cinquanta. Sotto la vernice del Technicolor serpeggia il senso del disagio, dell’umana inadeguatezza, della ragione inservibile, delle passioni inutili, d’una tristezza che incantò Truffaut. Sofferente di vertigini dopo un incidente in servizio, John “Scottie” Ferguson lascia la polizia e accetta di sorvegliare la moglie di un amico.

Mer 24, h. 18.30 – Introduzione a cura di Giovanna Maina e Silvio Alovisio

 

 

 

 

 

statua viventeCamillo Mastrocinque
La statua vivente
(Italia 1943, 85’, DCP, b/n)

A Trieste, un marinaio disilluso dalla vita si innamora di una ragazza di nome Luisa. Dopo alterne vicende, i due decidono di sposarsi, ma il giorno stesso del matrimonio la donna rimane coinvolta in un grave incidente automobilistico e muore. L’uomo è distrutto: cerca di dimenticare l’amata ormai perduta, si abbandona all’alcool, finché un giorno incontra Rita, una prostituta che somiglia moltissimo all’amata morta. Ritenuto a lungo un film perduto, è stato ritrovato in Argentina e restaurato e proiettato per la prima volta dopo decenni al Festival di Locarno nel 2021.

Mer 24, h. 20.30 – Introduzione a cura di Silvio Alovisio e Diego Baratto