Sei restauri di Satyajit Ray
Si dice che fu l’incontro con Jean Renoir (in India per girare Il fiume) prima, e con il film di Vittorio De Sica Ladri di biciclette poi a spingere senza più alcuna esitazione Satyajit Ray a diventare regista. Prende corpo in questo periodo il progetto del primo film Il lamento sul sentiero, accolto con grande interesse al festival di Cannes, seguito poi dagli altri due film che comporranno la cosiddetta ‘trilogia di Apu’. Grazie a essi, Ray diventa per tutti il maestro indiscusso del cinema indiano, colleziona plausi e riconoscimenti film dopo film e conquista l’Oscar alla carriera nel 1992. Da pochissimo, sei suoi grandi film sono stati restaurati in digitale 4K appositamente per essere riproposti sul grande schermo.
La moglie sola (Chārulatā)
(India 1964, 117’, DCP, b/n, v.o. sott.it.)
Charulata è sposata con Bhupati, direttore del quotidiano politico liberale “The Sentinel”. Consapevole dell’infelicità della moglie, che trascorre il suo tempo immersa nella lettura, Bhupati assume come amministratore del giornale il fratello di lei, Umapada, e lo ospita, assieme alla moglie Manda, nella propria abitazione di Calcutta.
Lun 24, h. 16.00
Dom 30, h. 20.45
La grande città (Mahānagar)
(India 1963, 131’, DCP, b/n, v.o. sott.it.)
A Calcutta la giovane sposa Arati, moglie dell’impiegato di banca Subrata, decide di cercarsi un lavoro per far fronte alle difficoltà economiche della famiglia. Dovrà combattere contro i pregiudizi e la volontà degli uomini di casa. Della grande città del titolo, il film osserva sobborghi e periferie, concentrando l’attenzione su un nucleo familiare della piccola borghesia in crisi.
Lun 24, h. 18.15
Dom 30, h. 18.15
L’eroe (Nayak)
(India 1966, 120’, DCP, b/n, v.o. sott.it.)
Seconda sceneggiatura originale di Satyajit Ray, Nayak, che racconta la storia di un attore popolare indiano, si concentra interamente sulla psicologia del personaggio, interpretato da Uttam Kumar, già star del cinema commerciale bengalese. Il film si svolge in 24 ore su un treno, necessarie al protagonista per viaggiare tra Calcutta e New Delhi.
Mar 25, h. 20.30
Dom 30, h. 16.00
Il codardo (Kāpurush)
(India 1965, 74’, DCP, b/n, v.o. sott.it.)
Amitabha è uno sceneggiatore di Calcutta. L’uomo gira per la città e i suoi dintorni raccogliendo idee per girare un film. Giunto in un piccolo paese, accetta l’ospitalità di un contadino per via del guasto alla sua auto. Qui lo sceneggiatore conosce la moglie del coltivatore e rimane sconvolto nello scoprire che la donna è una sua ex amante. Amitabha cercherà di convincere la donna a lasciare il marito.
Sab 29, h. 16.00
Lun 1 maggio, h. 21.00
Il santone (Mahāpurush)
(India 1965, 65’, DCP, b/n, v.o. sott.it.)
Gurupada è un avvocato che, dopo la morte della moglie, non ha più pace. Insieme alla figlia incontra Birichi, un santone apparentemente senza età, di cui diventano seguaci. Questi racconta storie del passato, dei suoi dialoghi con Platone, di come ha insegnato a Einstein la teoria della relatività, o dei suoi incontri con Gesù e Buddha.
Sab 29, h. 17.30
Lun 1 maggio, h. 19.45
Il dio elefante (Joi Baba Felunath)
(India 1978, 112’, DCP, col., v.o. sott.it.)
Feluda, un arguto detective di Calcutta, e suo cugino Topshe arrivano a Benares per le vacanze. Una famiglia del posto chiede il loro aiuto per risolvere il mistero del furto di una preziosa statuetta d’oro raffigurante il dio Ganesha, un cimelio di famiglia ricevuto da un re nepalese, che si dice porti fortuna. Feluda fa amicizia con Riku, un ragazzino che lo aiuterà a mettersi sulle tracce della statuetta.
Sab 29, h. 18.45
Lun 1 maggio, h. 17.45