Storica rassegna sul cinema italiano anno per anno a cura dell’Archivio Nazionale cinematografico della Resistenza in collaborazione con il Museo Nazionale del cinema. Tra i 9 film proposti per ricordare il 1975, un anno segnato soprattutto dalla fine della guerra del Vietnam, spiccano Professione: reporter, uno degli ultimi film di Michelangelo Antonioni, che con la consueta eleganza figurativa ritorna ai suoi temi ricorrenti, la crisi di identità e la fuga da sé; Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini, uscito postumo a Parigi, tre settimane dopo la tragica morte del regista, doveva dare inizio alla “ trilogia della morte” a rappresentare metaforicamente la corruzione profonda, la disumanizzazione e il degrado della società capitalistica, capovolgendo, il sesso vitale, gioioso e libero della prima trilogia con la dimensione feroce, infernale, mortuaria del mondo di Salò.
Malessere, noia di vivere sono alla radice degli scherzi goliardici e crudeli nel film di Monicelli Amici miei, una grande interpretazione di Ugo Tognazzi che ritroviamo insieme a Monica Vitti in L’ Anatra all’arancia di Luciano Salce a raccontare una crisi coniugale costellata di tradimenti. Mauro Bolognini ritorna alla Resistenza con una storia declinata al femminile interpretata da Claudia Cardinale. Con Profondo rosso, grandissimo successo anche grazie alla straordinaria colonna sonora, Dario Argento segna il suo passaggio dal thriller all’horror. La Torino inquietante ed esoterica di Profondo rosso diventa una Torino borghese, convenzionale, sabauda nel giallo di Comencini La donna della domenica. Infine, due documentari ci portano all’attualità del 1975: Matti da slegare, film collettivo (Bellocchio, Agosti, Petraglia, Rulli) che documenta con i moduli del cinema verità la realtà dei manicomi, alla vigilia della grande (e malamente attuata) riforma (1978), e il neofascismo visto attraverso i suoi stessi materiali d’archivio in Bianco e Nero di Paolo Pietrangeli.
Luigi Comencini
La donna della domenica
(Italia 1975, 105’, 35mm, col.)
Tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Fruttero e Franco Lucentini. Un architetto è trovato morto con il cranio schiacciato. Arma del delitto, un grosso fallo di marmo. Il commissario Santamaria, incaricato delle indagini, viene subito a trovarsi in una situazione imbarazzante, poiché i due indagati sono personaggi in vista. Ben presto, però, i sospettati aumentano di numero e il povero commissario si trova in un intrigo senza apparente soluzione.
Lun 1, h. 18.00 – Introduzione a cura di Matteo Pollone
Pier Paolo Pasolini
Salò o le 120 giornate di Sodoma
(Italia 1975, 117’, DCP, col.)
Tratto dal romanzo Le 120 giornate di Sodoma del Marchese de Sade, ultima pellicola realizzata dal regista prima del suo assassinio. Un gruppo di giovani viene rapito da quattro aristocratici fascisti e rinchiuso in una villa nel territorio della repubblica di Salò, dove è costretto a subire terribili e scabrose torture. La vicenda si articola in tre gironi, ciascuno dei quali introdotto dai racconti di tre “narratrici” che descrivono le peggiori perversioni umane, in un crescendo di inenarrabile violenza.
Lun 1, h. 20.30
Mauro Bolognini
Libera, amore mio!
(Italia 1975, 110’, HD, col.)
Libera, figlia di un anarchico, è sposata con Matteo e ha due figli. Incapace di sottostare al regime finisce al confino, come il padre, dove è presa di mira dal commissario politico Testa. Durante la guerra Libera e suo figlio Carlo militano nella Resistenza. Terminate le ostilità, Libera riesce a ricostruire la sua famiglia, ma scopre che il fascista Testa siede ancora in Municipio.
Mar 2, h. 15.45
Michelangelo Antonioni
Professione: reporter
(Italia 1975, 120’, DCP, col., v.o. sott. it.)
Presentato al festival di Cannes e Nastro d’Argento nel 1976 a Michelangelo Antonioni come regista e a Luciano Tovoli per la miglior fotografia. Il reporter David Locke (Jack Nicholson), in uno sperduto e sinistro alberghetto sahariano, scopre il cadavere di un certo Robertson al quale si sostituisce. Nauseato dalla realtà, vaga per l’Europa seguendo le indicazioni di un libretto del deceduto. La moglie del reporter, per saperne di più sulla sua scomparsa, innesca involontariamente le indagini di polizia e diplomazia.
Mar 2, h. 20.30 – Presentazione di Bruno Surace
Dario Argento
Profondo Rosso
(Italia 1975, 126’, DCP, col.)
Un giovane pianista inglese, Marcus Daly, è casuale e impotente spettatore dell’assassinio di una sensitiva tedesca che, durante una conferenza, aveva “avvertito” la presenza di qualcuno con intenzioni omicide. Non essendo riuscito a individuare l’assassino, Marcus decide di indagare da solo. Il suo intento è però continuamente ostacolato da una lunga serie di efferati delitti.
Ven 5, h. 16.00
Luciano Salce
L’Anatra all’arancia
(Italia 1975, 105’, HD, col.)
Premio David 1976 per miglior attore a Ugo Tognazzi e miglior attrice a Monica Vitti. Lisa e Livio sono sposati da 10 anni, ricchi e affermati, amanti delle avventure facili e dei tradimenti. Il loro equilibrio viene compromesso dall’arrivo di un giovane francese, Jean-Claude, che si invaghisce di Lisa. Quando lei accetta di partire con lui, Livio li segue convinto che la moglie non riuscirà ad abbandonarlo.
Ven 5, h. 18.30
Marco Bellocchio/S. Agosti/S.Rulli/S. Petraglia
Matti da slegare
(Italia 1975, 135’, DCP, b/n)
Ispirato alla battaglia di Franco Basaglia per la riforma psichiatrica, documenta la realtà di un ospedale psichiatrico dove pazienti e personale affrontano la questione dell’efficacia del manicomio come luogo di cura per le persone con disturbi mentali. Attraverso le loro esperienze, Bellocchio denuncia l’inutilità e la disumanità di tali istituzioni, proponendo una nuova visione della cura.
Sab 6, h. 15.30
Mario Monicelli
Amici Miei
(Italia 1975, 140’, HD, col.)
Cinque professionisti cinquantenni sono amici inseparabili e burloni scatenati, specialisti in zingarate. Affidato ad alcune maschere della commedia all’italiana, il film è una galleria esilarante di scherzi (alcuni diventati proverbiali) e di battute. Concepito da Pietro Germi, venne però diretto da Monicelli a causa della prematura morte del collega e amico. Fu un grande successo di pubblico e vinse il David di Donatello nel 1976.
Dom 7, h. 15.30
Pietro Pietrangeli
Bianco e nero
(Italia 1975, 85’, HD, col.)
Film documentario sul neofascismo nel suo doppio volto: quello violento e quello in doppiopetto. Copre nella sua ricostruzione un arco storico di trent’anni, dall’epoca della guerra fredda alla strategia della tensione degli anni Settanta. Il film si propone come strumento di analisi critica del neofascismo, delle sue cause, dei suoi collegamenti e dei suoi obiettivi, nel quadro della storia dell’Italia repubblicana.
Dom 7, h. 18.30










